
Il boss mafioso più ricercato d’Italia, Messina Denaro, arrestato dopo 30 anni di latitanza
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I carabinieri italiani hanno arrestato Matteo Messina Denaro, il boss mafioso più ricercato del paese, ponendo fine a una caccia all’uomo durata 30 anni per il famigerato mafioso, secondo quanto riferito dai media locali lunedì.
Un ex grilletto che, secondo quanto riferito, una volta si vantava di poter “riempire un cimitero” con le sue vittime, il 60enne Messina Denaro sarebbe diventato il mafia‘s “capo dei capi” in seguito alla morte di Salvatore “La Bestia” Riina nel novembre 2017.
Messina Denaro è stato detenuto in una clinica privata a Palermo, dove era in cura per una malattia non specificata, ha detto ai giornalisti il comandante dei carabinieri Pasquale Angelosanto.
VIDEO. Persone che applaudono e acclamano i Carabinieri per le strade di Palermo dopo l’arresto del principale boss mafioso italiano Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza – @repubblica pic.twitter.com/W6ptsXu7lL
— Antonello Guerrera (@antoguerrera) 16 gennaio 2023
Una fotografia rilasciata dalla polizia mostrava Messina Denaro sul sedile posteriore di un veicolo, con indosso un cappello color crema, occhiali da sole e una giacca di pelle marrone con fodera in montone color crema.
Prima di allora, l’unica sua foto conosciuta risaliva ai primi anni ’90. Era latitante dal 1993.
Messina Denaro era l’ultimo di tre boss mafiosi latitanti di alto livello che per decenni erano sfuggiti alla cattura.
primo ministro Giorgia Meloni ha affermato che il suo arresto nella sua nativa Sicilia è stata una “grande vittoria” per lo stato nella sua guerra contro la criminalità organizzata.
Il boss mafioso è stato condannato in contumacia all’ergastolo per il suo ruolo negli omicidi del 1992 dei procuratori antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Rischia anche l’ergastolo per il suo ruolo negli attentati dinamitardi a Firenze, Roma e Milano, che hanno ucciso 10 persone l’anno successivo.
Nel 2015, gli investigatori hanno scoperto che comunicava con i suoi più stretti collaboratori tramite il sistema pizzini, per cui minuscole note di carta piegate venivano lasciate sotto una roccia in una fattoria in Sicilia.
La polizia ha dichiarato nel settembre 2022 che era ancora in grado di impartire comandi nell’area intorno alla città siciliana occidentale di Trapani, la sua roccaforte regionale, nonostante la sua lunga scomparsa.
(FRANCIA 24 con Reuters)